cyber-droga: un pò di chiarezza

ecco un articolo interessante al riguardo tratto dall’interessantissimo blog psicocafè: fateci un giretto, è molto valido e ricco di spunti.

Cominciamo col dire che questa presunta cyber-droga altro non è che la versione sapientemente “commercializzata” dei battiti binaurali, di cui in questo blog abbiamo parlato più di un anno e mezzo fa. Nulla di particolarmente inedito dunque, a parte l’allarme naturalmente.
Per non fare un post fotocopia lo riporto qui con alcune aggiunte.

Come molti sapranno, un elettroencefalogramma (EEG) è un test che misura e registra l’attività elettrica cerebrale usando degli elettrodi posti sullo scalpo. A seconda della frequenza dei tracciati grafici dell’elettroencefalogramma, si distinguono i seguenti pattern di attività cerebrale, che corrispondono a precisi stati mentali:

Onde Alfa: (8-12 Hertz), sono tipiche della veglia ad occhi chiusi, dell’attenzione rilassata.
Onde Beta: (14-40 Hertz) si registrano nello stato di veglia cosciente.
Onde Delta: (0,5-4 Hertz) caratterizzano gli stadi 3 e 4 del sonno profondo.
Onde Theta: (5-8 Hertz) possono essere rintracciate nella trance, nell’ipnosi, nei sogni diurni profondi, nei sogni lucidi, negli stati preconsci prima del risveglio e poco prima di addormentarsi. 
Onde Gamma: (26-100 Hertz) sono associate ad attività mentali superiori.

Alcuni studi, svolti ormai più di trent’anni fa, hanno verificato che se il cervello è sottoposto a stimoli (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, la sua naturale tendenza è quella di sincronizzarsi. Il processo viene chiamato appunto brainwave synchronization o entrainment.

Per esempio, se un soggetto sveglio e attivo (in onde beta) viene sottoposto a una stimolazione sensoriale a 10 Hz di frequenza (onde alfa), il suo cervello dovrebbe modificare la sua attività in direzione dello stimolo ricevuto, quindi tendere verso le onde alfa.
Se a particolari onde cerebrali corrispondono precisi stati mentali, se ne deduce che portare un cervello a produrre più onde alfa significa portarlo a uno stato di rilassamento indotto.
Molti di voi sapranno che uno stimolo a 10hz è subsonico, cioè non viene percepito dall’orecchio umano.
Questo problema sarebbe stato risolto con una tecnica chiamata dei battiti binaurali: stimolando l’orecchio sinistro con un suono alla frequenza di 500 Hz e l’orecchio destro con uno a 510 Hz, la differenza di 10 Hz verrebbe percepita dal cervello, che può entrare dunque “in risonanza”.

E’ da questi presupposti teorici che nascono le decine di siti, in tutte le lingue, che vendono o consentono di scaricare suoni binaurali per facilitare e produrre relax o al contrario stati mentali “energizzati”.
Il nostro lettore Roberto ci linkava questo post in un blog, io ho trovato questo sito italiano .
I portali internazionali storici di questa “biomusica” sono
Hemi-sync e Holosync .
Adesso non si parla che di
I-doser.

La domanda è: funzionano davvero?
Non è facile trovare della letteratura scientifica attendibile, ma soprattutto indipendente, sull’argomento e che dirima chiaramente la questione se questi suoni siano effettivamente efficaci.
La scientificità dell’ipotesi della sincronizzazione delle onde cerebrali è acclarata: la Stanford University ha realizzato, nel 2006 e 2007 due simposi (Vedi qui e qui) in cui sono stati presentati i risultati delle più recenti ricerche sperimentali e le prospettive cliniche della sincronizzazione delle onde cerebrali attraverso suoni, ma anche luci e onde elettromagnetiche.
Quello che mi pare sia ancora dubbio è la capacità della tecnica dei battiti binaurali, così come è proposta, di produrre questa sincronizzazione.
Alcuni recenti studi scientifici che ho consultato, in banche dati non linkabili, riportano risultati dubbi, a
ltri suggeriscono la possibilità che la tecnica possa produrre qualche effetto,
scarica qui il mio pdf, ma nessuno parla di esiti “stupefacenti” neppure lontanamente.
L’obiezione minimizzante che “non si tratta di sostanze chimiche” di per sè è mal posta: ogni stimolo fisico produce modificazioni biochimiche nel cervello, per cui l’equivalenza con una droga chimica è teoricamente possibile, ma restano da dimostrare entità e rilevanza del presunto effetto.
C’è da aggiungere però che nell’ascolto di questi suoni, soprattutto se “venduti” come droghe, potrebbero giocare un ruolo non indifferente fenomeni di autosuggestione, con la conseguenza della produzione di effetti psicotropi anche se lo stimolo sonoro in sé si rivelasse neutro.
Non banalizzerei troppo inoltre sulle motivazioni che spingono alcuni cybernaviganti a “sballarsi” coi suoni, o a tentare di farlo, che potrebbero essere omologhe a quelle che spingono a sballarsi con altro.
In generale non liquiderei la faccenda come “bufala”, essendoci qualche elemento di verità o di dubbio quanto meno, ma forse sarebbe stato opportuno evitare di suscitare tanto scalpore in assenza di pericoli certi e concreti per la salute pubblica. 
Non foss’altro perchè chi non era al corrente dell’esistenza di questi file audio ora lo è. E qualcuno di sicuro si sta sfregando avidamente le mani.