allevi, uto ughi, e … naturalmente mozart

… credevate forse che lasciassi stare il mio amato mozart? ma vediamo con calma il gustoso piatto natalizio…

avrete sentito la polemica natalizia in tono musicale tra allevi e ughi, polemica nata dopo lo spazio mediatico che allevi si sta ritagliando sempre più, fino ad arrivare al concerto natalizio del senato.

per chi non avesse seguito il siparietto riassumo: dopo il concerto di allevi, il violinista ughi dixit: “questo allevi non è un musicista, ma solo un fenomeno di marketing, la sua musica vale zero, mi vergogno di essere italiano. è l’esempio di come in italia la meritocrazia non vale nulla”.  piccato allevi ha risposto: ” ughi è una cariatide, la mia musica è nuova, e i giovani ne hanno decretato il successo comprando i miei dischi”.

non c’è che dire: a parte il siparietto alla biscardi (tu sei scarso-no, tu sei vecchio-tu sei raccomandato…) che è un must italiano dalla politica allo sport, passando per la medicina fino ad arrivare alla musica (il siparietto di litigio sulla musica ci mancava, ma noi non ci facciamo mancare nulla), la carne al fuoco è molta e il piatto è gustoso, perchè vediamo tutti gli ingredienti della triste mentalità, della perversa dinamica del credo mentale italiano.

naturalmente esistono i fans di ughi, diciamo, i puristi dell’estetica musicale classica, dal rigore teutonico e dalla spocchia polverosa e i fans del riccioluto allevi, che lo difendono come gli ultrà della curva sud ( a me me suscita emozioni, a me me piace, e via dicendo come se stessero mangiando la pajata all’osteria).

leggete i commenti di questo articolo di libero (clikka qua) e fatevi una idea. guelfi contro ghibellini, papalini contro giacobini, curva sud contro curva nord.

posso dire la mia? ecco quanto: allevi dice: i giovani hanno decretato il successo comprando a man bassa i miei dischi. certamente vero. ma caro, ti sei avventurato in un brutto discorso. i giovani comprano anche a man bassa stupefacenti e droghe. ergo significa che vanno bene? i giovani guardano a man bassa anche i reality show. anche questo va bene?. bisogna chiarire il significato che abbia la massificazione delle cose. positiva o negativa? certamente in una umanità cosciente è un bene, in una umanità in-cosciente, non credo sia un buon segno. i giovani celebrano la tua musica perchè ne riconoscono la bellezza, la poesia, ne traggono linfa come fose fonte dell’edonè emotivo e intimo, o perchè sei di moda? perchè che tu sia di moda, oggetto di marketing selvaggio non c’è dubbio. e nemmeno stupirsene, del marketing. anni fa quando uscì il film amadeus, tutti erano fan di mozart. ma del mozart del film, dipinto come una pop-star antesignana, libertina ( come le pop-star odierne), e del lato esoterico? del lato artistico? nulla di nulla. chiediamocelo, nei nostri gusti: quanto vengono influenzati dal marketing selvaggio che è l’anima del mondo moderno?

sappiamo bene tutti come il popolino bue sia ( più che mai adesso) sottoposto ad un lavaggio del cervello imponente e continuo, e che l’elitè mondiale fa di tutto per cercare di diminuire la coscienza e la percezione della realtà da parte di tutti. personalmente non credo che, in questo mondo di finta democrazia, il parere dei più, sia il parere giusto.

ma ora veniamo ad ughi. certamente è un grande violinista, certamente un interprete riconosciuto nel mondo, certamente una voce autorevole. ma anche l’esempio di come l’ego possa far uscire dai binari. una spolveratina che lo ripulisca dalla spocchia sarebbe d’uopo. ma è certamente una voce autorevole nel campo musicale. che nel suo giudizio su allevi non si è discostato tanto dalla verità. allo stesso tempo però pensa la musica in modo troppo accademico.

veniamo poi a un distinguo importante: allevi è compositore, ughi interprete. credo che la musica sia per un compositore la propaggine della propria personalità: le note, gli scarabocchi sullo spartito sono pensieri intimi incarnati, sono la fotografia (direi snapshot: istantanea) della propria emotività. allevi infatti spiega che la sua musica è spesso un parto emotivamente faticosissimo, anzi quasi una liberazione di grovigli animici interni. quasi una realizzazione delle proprie paure, fobie, emozioni, per lo più  negative. se non ricordo male una sua composizione gli venne in mente durante un attacco di panico fulimeo e paralizzante.

se la sua musica piace, bene, se la sua musica crea emozioni, bene, ma non potrebbero farlo anche i pink floyd? gli u2, i rem, claudio baglioni, che ne so, mietta? tutto può essere visto in questa ottica. se è per questo anche i romanzi di moccia creano grandi emotività. ma facciamo un giochino: prendete un fan di moccia e fategli leggere dante. che vi dirà? cheppalle!!!  e certemente è altrettanto vero  che non tutti quelli che hanno fatto la fila per lo spettacolo di “benigni legge dante” abbiano capito per bene l’alighieri. eppure si sono spellati le mani.

che volete farci? è un bel ginepraio. figlio della massificazione culturale, dove per cultura moderna si intende la verità riscritta delle  fiction storiche, la triturizzazione dell’arte antica, lo sdolcinamento sentimentale di qualsiasi forma artistica, che deve obbligatoriamente sucitare emotività di pancia. ecco si arriva fino al II o III chakra al massimo. la visione profonda della realtà, la sublimazione del materialismo per arrivare là dove musica, arte, perfezione, amore, unità sono la stessa fonte da cui tutto scaturice sono ormai meta irraggiungile. l’arte ( in ogni sua forma poesia, musica, architettura, danza) che colpisca direttamente il vortice della sublimazione energetica che culture antiche chiamarono il terzo occhio, è vietata al mondo moderno.

l’arte deve essere dura, pesante, faticosa, deve stimolare solo i sensi rozzi, non deve penetrare l’essere, deve rimanere in superficie. non bisogna , in nessun modo, stimolare centri di percezione superiore. questo, chi comanda lo sa bene. per questo dei vari mozart, leonardo, dante, platone, socrate, e grandi maestri del passato, deve al massimo esistere una rilettura moderna vuota, superficiale, fuorviante.

è il mondo moderno, bellezza….

chiudo con un pensiero per allevi: ha detto più volte che non riesce ad ascoltare mozart, non ho capito bene il perchè. ma vorrei capirlo. mi viene in mente solo una frase, lapidaria, triste, cruda: ma come cazzo è possibile????

il brunello ama mozart!

giuro che il vino di mozart lo voglio fare anch’io!!!!

comunque nulla di nuovo e nulla di stupefacente, è appurato che le mucche che ascoltano mozart producono più latte, così come uno dei pochi rimedi per l’autismo sia la musica di amadeus. non mi stupisco vista la sublime grandezza dell’artista, la incredibile spiritualità della sua musica. e nulla di nuovo visto che le onde sonore sono energia…ora immaginate se all’asilo lo facessero ascoltare, se negli ospedali lo facessero ascoltare…ma no, dai diamo antibiotici….

FATE STUDIARE MUSICA AI VOSTRI FIGLI!!!!!!!!!!

dal blog ( veramente bello) yoga e salute:

SIENA – Sembra una di quella favole metropolitane create alla vigilia di ogni vendemmia, ma in questo caso c’è anche un’università che sta compiendo uno studio. La storia mette insieme vigne e musica classica: un binomio alquanto insolito.

VIGNETI – Giancarlo Cignozzi, proprietario dell’Azienda agricola «Al Paradiso» sostiene che da quattro anni coltiva i suoi vigneti ascoltando la musica classica di Mozart e Tchaikovsky e che da allora le sue piante crescono più forti e più velocemente. La musica allontana i parassiti, i batteri e la muffa, mentre nei vigneti limitrofi dove non si segue «la terapia musicale» i parassiti sono molto attivi. Inoltre, i grappoli di San Giovese coltivati da Cignozzi maturano in poco più di 10 giorni, mentre normalmente la maturazione supera i 20 giorni. Tutte coincidenze? Intanto l’Università di Firenze ha cominciato uno studio sulla cosiddetta «Terapia musicale».

WEB – Cignozzi comprò la fattoria di Frassina, vicino Montalcino nel lontano 1990. Un giorno stava navigando su Internet quando s’imbatte in alcuni studi cinesi e coreani pubblicati sul web che parlavano di effetti benefici della musica sulle piante. Essendo un amante del vino e della musica non perse molto tempo e si dedicò al lavoro ascoltando le note dei suoi autori più amati, Mozart e Tchaikovsky.

UNIVERSITA’ «Più volte ho accompagnato i vendemmiatori al suono della fisarmonica ed ho sempre avuto la sensazione che l’armonia musicale potesse dar vita ad un’atmosfera magica intorno alle uve a ai mosti così quando ho creato Il Paradiso di Frassina, ho deciso di avviare un progetto musicale che coinvolgesse la vite e il vino » dice Cignozzi, che precedentemente lavorava come avvocato. L’Università da qualche mese si è messa a lavoro: «Il vino sembra effettivamente migliore» dice Stefano Mancuso, professore di Patologie Agrarie all’Università di Firenze. Ci potrebbero essere altre ragioni, indipendentemente dalla musica e stiamo cercando di appurarlo attraverso dei test scientifici».

TEST – Due serie di esperimenti sono già pronti: dieci vini diversi sono stati messi in recipienti separati e saranno «alimentati» da musica classica, mentre altri dieci, a trenta metri di distanza saranno lasciati nel silenzio assoluto. La salute delle piante e la qualità dei grappoli sarà misurata in un periodo di tempo che supera l’annata. Nel frattempo, nei laboratori dell’Università, le piante saranno esposte alla musica per vedere come queste rispondono. I ricercatori inoltre esporranno due gruppi di vini a un’alta quantità di insetti: naturalmente un gruppo sarà accompagnato dalla musica, l’altro dal silenzio.

MUSICA – Dopo questo periodo sarà possibile stabilire se Giancarlo Cignozzi ha ragione o se la musica l’abbia suggestionato. Il professor Mancuso dice che adesso è troppo presto per dare un giudizio, ma assicura che non si stupirà se l’ex avvocato ha visto giusto. Intanto Cignozzi sta facendo un suo personale esperimento: vuole capire come rispondono i suoi vigneti alla musica di altri due amati artisti, Brahms e Lizst.

Francesco Tortora

trapattoni: dal rap-techno-strunz a mozart

nunzio vobis gaudium magnum: habemus MOZART !!!!!!!!

eh, sì, diciamolo proprio: che vita sarebbe senza mozart? triste, scura, piatta, monotona…invece il genio austriaco è come un usignolo che incanta e rallegra ogni istante.

ora, vi sembrerà che queste siano le parole di un drogato, e , lo ammetto, sono un drogato di mozart. non riesco a farne a meno. ma c’è molto di più che una semplice passione, eh, no, cari signori, la musica di mozart è magica anche perchè ha una energia incredibile, e veramente accende una luce, una gioia, un fuoco interno fortissimo.

non per niente il cardinale martini da tempo dice: l’unica cosa che dà sollievo al mio corpo malato di parkinson è la musica mozartiana.(ne avevo già parlato qui un anno fa-clikka). magari voi crederete che siano le parole di un appassionato, ma non è così.

la musica realmente ha proprietà sulla materia. e sulla salute. recentemente ricercatori finlandesi hanno scoperto che ascoltare musica migliora i pazienti affetti da ictus. non è una invenzione, ma uno studio scientificamente provato (clikka qui)

in più su mozart esistono molti altri esperimenti: addirittura in spagna si sono accorti che le mucche producono più latte, e che questo è più ricco di proteine e proprietà nutrizionali (clikka). se pensate che il latte è una sublimazione dell’energia del sangue e che il sangue è il tessuto energetico più importante del corpo…non per niente reich ( dal libro biopatia del cancro, consigliatissimo) valutava lo stato canceroso dell’organismo guardando al microscopio uno striscio di sangue.

ma torniamo a mozart. vi consiglio di sentire abitualmente le sue opere e capirete di cosa parlo. in più vorrei ricordarvi chi è mozart da un punto di vista karmico. una grande anima, un grande maestro di luce che ha deciso, in quell’epoca, di incarnarsi per regalare all’umanità una musica che fosse vera magia, vero nutrimento. che fosse un’anima evoluta lo dice anche la storia della sua vita. odiato e invidiato dai colleghi dell’epoca ( eccetto il suo fratello karmico haydn), mal sopportato dai potenti a cui non si prostrava servilmente (come vedete la storia si ripete), era un membro attivo della massoneria di cagliostro (quando ancora la massoneria non era una congrega di stolti e vili), morto buttato e dimenticato in una fossa comune, eppure la sua produzione ciclopica per dimesioni e qualiità è ancora qui tra noi. ed ha resistito all’invidia e alla cattiveria dei suoi contemporanei.

grazie al cielo. come vedete, anche qui la storia si ripete: chiunque non si inchini ai potenti e non ne diventi schiavo totale ne subisce la violenta repressione: da gesù ad akhenaton, da mozart a g.bruno passando per mille altri giustiziati in nome del potere storico vigente…

e ora chudiamo col trap. in germania dal suo famoso sfogo (di qualche anno fa) hanno fatto un rap. ma ora, dopo aver allenato in austria alcuni anni, deve aver conosciuto wolfgang. e ne è rimasto sconvolto (clikka qui), tanto da dire:“Chi lo ascolta diventa un calciatore migliore . Si impara molto sul ritmo, sulla tensione, sul tempo. Si impara a leggere una partita, e` stata un`esperienza straordinaria per me `. e bravo il trap, forse grazie a mozart, sei meno ignorante anche tu.

e ora vi regalo il mitico rap/techno/strunz del trap, che in germania qualche anno fa diventò un must. un coacervo di errori grammaticali e di anacoluti da sbellicarsi. rimarrà ai posteri quando se la prende col giocatore di nome strunz dicendo: strunz ist ein strunz… che nel suo cervello doveva suonare più o meno così: strunz è uno stronzo…

a suo modo, il trap, è sicuramente un genio… della risata…godiamocelo nella sua performance

il cardinal martini e l’effetto mozart

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premetto che da assiduo e ammirato ascoltatore di mozart mi sono drizzate le antenne leggendo oggi un quotidiano. wolfango è un mio grande compagno di viaggi e pensieri. ne è nato questo articolo

leggo oggi sulla stampa che il cardinale martini trova sollievo dal parkinson solo ascoltando la musica di mozart. bella scoperta. si tratta del famoso effetto mozart . questo è suffragato da esperimenti, ma non troppi perchè sono meglio le medicine, ergo nonindaghiamo troppo sull’argomento. solito problema della mentalità occidentale: ogni ricerca deve servire a trovare il rimedio miracoloso da vendere, e da farsi pagare. la ricerca pura è limitata a qualche sognatore.

sorge una domandina: attraverso quale meccanismo la musica ( celestiale e sublime) del nostro genio può guarire? “si tratta ovviamente di suggestione” cicap suppose.

ebbene si spazia come sempre nella fisica non convenzionale, per cui mi apro alle critiche di qualche meccanicista materialista, ma a me sembra l’unica ipotesi plausibile.

ce la spiega masaru emoto nelle sue ricerche sull’acqua

sembra che musiche di grandi compositori, oppure parole che evocano positività ( amore, gioia, pace) armonizzino l’acqua in modo che i cristalli da essa ottenuti siano di una geometria armoniosa. al contario musica heavy-metal ( siete avvisati) o parole negative ( odio, guerra…) formino cristalli caotici. vi ricordo che il nostro corpo è formato prevalentemente da acqua.

se volete, il dibattito è aperto.