giuro che il vino di mozart lo voglio fare anch’io!!!!
comunque nulla di nuovo e nulla di stupefacente, è appurato che le mucche che ascoltano mozart producono più latte, così come uno dei pochi rimedi per l’autismo sia la musica di amadeus. non mi stupisco vista la sublime grandezza dell’artista, la incredibile spiritualità della sua musica. e nulla di nuovo visto che le onde sonore sono energia…ora immaginate se all’asilo lo facessero ascoltare, se negli ospedali lo facessero ascoltare…ma no, dai diamo antibiotici….
FATE STUDIARE MUSICA AI VOSTRI FIGLI!!!!!!!!!!
dal blog ( veramente bello) yoga e salute:
SIENA – Sembra una di quella favole metropolitane create alla vigilia di ogni vendemmia, ma in questo caso c’è anche un’università che sta compiendo uno studio. La storia mette insieme vigne e musica classica: un binomio alquanto insolito.
VIGNETI – Giancarlo Cignozzi, proprietario dell’Azienda agricola «Al Paradiso» sostiene che da quattro anni coltiva i suoi vigneti ascoltando la musica classica di Mozart e Tchaikovsky e che da allora le sue piante crescono più forti e più velocemente. La musica allontana i parassiti, i batteri e la muffa, mentre nei vigneti limitrofi dove non si segue «la terapia musicale» i parassiti sono molto attivi. Inoltre, i grappoli di San Giovese coltivati da Cignozzi maturano in poco più di 10 giorni, mentre normalmente la maturazione supera i 20 giorni. Tutte coincidenze? Intanto l’Università di Firenze ha cominciato uno studio sulla cosiddetta «Terapia musicale».
WEB – Cignozzi comprò la fattoria di Frassina, vicino Montalcino nel lontano 1990. Un giorno stava navigando su Internet quando s’imbatte in alcuni studi cinesi e coreani pubblicati sul web che parlavano di effetti benefici della musica sulle piante. Essendo un amante del vino e della musica non perse molto tempo e si dedicò al lavoro ascoltando le note dei suoi autori più amati, Mozart e Tchaikovsky.
UNIVERSITA’ «Più volte ho accompagnato i vendemmiatori al suono della fisarmonica ed ho sempre avuto la sensazione che l’armonia musicale potesse dar vita ad un’atmosfera magica intorno alle uve a ai mosti così quando ho creato Il Paradiso di Frassina, ho deciso di avviare un progetto musicale che coinvolgesse la vite e il vino » dice Cignozzi, che precedentemente lavorava come avvocato. L’Università da qualche mese si è messa a lavoro: «Il vino sembra effettivamente migliore» dice Stefano Mancuso, professore di Patologie Agrarie all’Università di Firenze. Ci potrebbero essere altre ragioni, indipendentemente dalla musica e stiamo cercando di appurarlo attraverso dei test scientifici».
TEST – Due serie di esperimenti sono già pronti: dieci vini diversi sono stati messi in recipienti separati e saranno «alimentati» da musica classica, mentre altri dieci, a trenta metri di distanza saranno lasciati nel silenzio assoluto. La salute delle piante e la qualità dei grappoli sarà misurata in un periodo di tempo che supera l’annata. Nel frattempo, nei laboratori dell’Università, le piante saranno esposte alla musica per vedere come queste rispondono. I ricercatori inoltre esporranno due gruppi di vini a un’alta quantità di insetti: naturalmente un gruppo sarà accompagnato dalla musica, l’altro dal silenzio.
MUSICA – Dopo questo periodo sarà possibile stabilire se Giancarlo Cignozzi ha ragione o se la musica l’abbia suggestionato. Il professor Mancuso dice che adesso è troppo presto per dare un giudizio, ma assicura che non si stupirà se l’ex avvocato ha visto giusto. Intanto Cignozzi sta facendo un suo personale esperimento: vuole capire come rispondono i suoi vigneti alla musica di altri due amati artisti, Brahms e Lizst.
Francesco Tortora
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